giovedì 24 gennaio 2013

"Non si uccidono anche così le Donne?" di Serena Domenici


“Non si uccidono così anche i cavalli?” è un celebre film di Sidney Pollack  del 1969, un vecchio film molto bello che racchiude in sé tante metafore sulla non vita.

Nel caso della storia vera che racconterò di seguito non è andata proprio così. Non è bastato un colpo di pistola come si faceva una volta con i cavalli. Maria Anastasi è stata uccisa in modo ben peggiore; persino i maiali, forse, muoiono soffrendo molto meno. Sicuramente meno di quanto ha sofferto lei.

Maria non era bella come Melania Rea. Era in sovrappeso. Il viso di chi ne ha passate tante e ha tenuto dentro di sé il dolore del mondo. Gli occhi già persi e vuoti di chi è morta più volte in vita.L'ignoranza,  i tabù, l'estremo masochismo, l'hanno condotta per mano verso un terribile epilogo annunciato già da tempo.

I media ne hanno parlato poco, perché (mi duole dirlo) bisogna aver fortuna anche nel crepare. Se non sei bella, se non hai un marito belloccio che non cede agli interrogatori e tanto altro, non rientri nei casi che possono interessare o appassionare il pubblico televisivo.

Maria era sposata con un mostro. Non lo chiamerò uomo volutamente, e nemmeno bestia per evitare di offendere le bestie, ovviamente. Il mostro la picchiava dalla mattina alla sera. Ogni occasione era buona. Il suo passatempo preferito era romperle qualche femore o farle un occhio nero. Con il mostro Maria aveva messo al mondo due figlie, che assistevano impietrite ed impotenti alle continue sfuriate del mostro che si ritrovavano per casa.
Rutti e botte, botte e rutti.

Fino a che, un giorno, l'essere mostruoso decise persino di portarle dentro casa l'amante belloccia. E Maria si ritrovò per giunta a far da serva all'amante del marito. Picchiata ed umiliata davanti a lei, senza reagire, senza denunciare, senza sfogarsi con chicchessia.

Il depravato continuava ad avere rapporti sessuali con entrambe, fino a che lei non restò incinta del terzo figlio. Aumentarono le violenze psicologiche, le botte, e lei divenne la ceneriera dei due depravati.

Un giorno il mostro, non si capisce per quale motivo particolare, decise di portare moglie e amante a fare una passeggiata in macchina. Arrivati in un bosco, fece scendere la moglie (incinta ormai di nove mesi) e cominciò a prenderla a picconate. Sulla testa, sul corpo, ovunque. L'amante li a godersi lo spettacolo. Era rantolante Maria (secondo le indagini dei RIS), quando lui la cosparse di benzina e la bruciò viva.

Poi, come se nulla fosse, se ne ritornò a casa con l'amante denunciando la scomparsa della moglie.

Ma le figlie finalmente trovarono il coraggio di denunciare il padre, che poche ore prima avevano visto con in mano una tanica di benzina. Mostro e amante si accusarono a vicenda. Alla fine si provò che l'esecutore materiale era stato il marito, e lei spettatrice suo 'malgrado'.

Potremmo discutere per ore del carattere remissivo di Maria. Qualcuno potrebbe provare anche un sussulto di rabbia o incomprensione , sul perché lei accettasse tutto questo passivamente. Non nascondo di essermelo chiesta anch’ io, provando ad entrare nella sua testa. Cosa sognava, cosa pensava o sperava Maria? Sperava o aspettava forse la fine che in fondo al suo cuore già conosceva?

“Importa fino ad un certo punto” mi son detta. Importa dal punto di vista umano e solidale, ma non giustifica un orrore simile, senza alcun ragionevole dubbio. Nessun uomo e nessuna donna, degni di definirsi tali, hanno il diritto di sopraffare con la violenza psicologica e fisica un altro essere vivente, per quanto debole o forte possa essere. In questo delitto emerge una figura femminile che è quella dell'amante, non perché tale, ma in quanto donna. Una donna crudele, spietata e senza alcun valore morale. Una donna da poco. Una che entra in casa di un'altra donna per umiliarla e farsi servire davanti alle figlie di lei. Cosa ne sarà di quelle ragazze cresciute in un film dove c'era di tutto, dal sesso alle botte, fino al tragico finale?

Di questo e altro mi sarebbe piaciuto occuparmi per 2Lei. Di fatti di cronaca nera, conosciuti e non. Mi sarebbe piaciuto rappresentarli attraverso delle letture recitate da attori. Volevo far arrivare il dolore e la sofferenza, quella vera , non quella scandita da slogan o spot televisivi o visibili un po' ovunque, che non lasciano traccia, ma fumo che si disperde nell'etere. Il dolore bisogna ascoltarlo, in qualche modo 'viverlo' per potersi immergere veramente in queste desolanti vicende umane. Che non saranno le prime e nemmeno le ultime a scandire rintocchi di campane lontane.

N.B.
Parte del Gruppo Politically Incorrect secondo accordi presi con Alice parteciperà al progetto 2Lei, seguendo però un canale più autonomo, non facendo parte del direttivo, ma avendo come unico scopo di portare avanti un progetto comune. Al di là delle diatribe personali è necessario non perdere di vista gli Obiettivi. Lo farà con articoli di cronaca nera , sceneggiati ed eventualmente interpretati.

Il nostro scopo è poter aiutare tante Marie silenti a trovare la forza di uscire allo scoperto , senza sentirsi impotenti e abbandonate a se stesse.
Educazione sentimentale, perché l'amore verso il prossimo si impara attraverso valori che oggi sono sempre più necessari per arrestare ogni genere di violenza.

di Serena Domenici
blog: http://politicallyincorrectfrommetaversus.blogspot.it/2013/01/non-si-uccidono-anche-cosi-i-cavalli.html